Open Innovation: Un paradigma in evoluzione
L'Open Innovation è un concetto che prevede l'apertura dei processi di innovazione all'interno delle organizzazioni. Un approccio che incoraggia le aziende a collaborare in modo aperto con fonti esterne per accedere in modo proattivo a nuove idee, tecnologie, risorse e competenze che possono migliorare e accelerare i processi di innovazione interni.
Introduzione all'Open Innovation
L'Open Innovation è un concetto relativamente recente che ha iniziato a diffondersi a partire dagli anni 2000, rivoluzionando l'approccio all'innovazione delle aziende. Il termine "Open Innovation" è stato coniato nel 2003 dal professore Henry Chesbrough, con la pubblicazione del libro "Open Innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology".
Chesbrough critica il precedente modello "chiuso" di gestione dell'innovazione, fino ad allora dominante nelle grandi imprese, e teorizza il paradigma dell'Open Innovation come l'uso strategico di flussi bidirezionali di conoscenza per accelerare l'innovazione interna e permettere lo sfruttamento commerciale delle innovazioni anche all'esterno dell'azienda.
Incoraggia quindi l'apertura verso l'esterno, la collaborazione con start-up, università, centri di ricerca, l'utilizzo di idee e tecnologie esterne e la condivisione delle proprie conoscenze oltre i confini dell'azienda.
L'Open Innovation è un paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.
Henry Chesbrough, 2006
Dopo la pubblicazione del libro, il concetto di Open Innovation si diffuse rapidamente, suscitando grande interesse sia nel mondo accademico che tra le imprese. Le organizzazioni hanno iniziato a riconoscere il valore di coinvolgere attivamente clienti, partner, università e altre fonti esterne per alimentare il proprio processo d'innovazione
L'Open Innovation enfatizza quindi l'apertura, la collaborazione, la condivisione della conoscenza e integrazione di idee esterne per generare maggiore valore.
L'Open Innovation rappresenta una strategia win-win sia per le aziende che per gli attori esterni coinvolti nei processi di innovazione aperta.
Gli attori dell'ecosistema
L'ecosistema è costituito da una vasta rete di attori che interagiscono tra loro apportando competenze e risorse complementari con l'obiettivo di generare innovazione attraverso la collaborazione. Possiamo identificare diverse categorie di player:
- Le imprese consolidate (corporate), che necessitano di innovare prodotti, processi e modelli di business per mantenere la competitività sul mercato. L'Open Innovation consente loro di accedere a idee, tecnologie e talenti esterni.
- Le startup e gli imprenditori innovativi, che possono beneficiare della collaborazione con aziende affermate per validare la propria tecnologia, accedere a canali distributivi, ottenere mentoring.
- Gli incubatori e gli acceleratori, che offrono programmi di supporto su misura per consentire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative. Forniscono spazi, mentorship, networking, finanziamenti.
- Le università e gli istituti di ricerca, repository di conoscenze scientifiche e tecnologiche che possono essere valorizzate e trasformate in innovazione attraverso il trasferimento tecnologico.
- Gli investitori istituzionali, come i fondi di venture capital, che immettono il capitale di rischio necessario a sostenere lo sviluppo di nuovi prodotti e imprese innovative. Apportano competenze specifiche oltre al capitale.
- I facilitatori dell'innovazione, come Innovation hub, società di consulenza, problem solver, che supportano con servizi mirati gli attori dell'ecosistema come advisory, networking, scouting.
- Le community online e le piattaforme di crowdsourcing, che consentono di attingere a idee, soluzioni e talento su larga scala oltre i confini dell'azienda.
- Il governo e le istituzioni, che con policy e incentivi possono creare le condizioni e promuovere la cultura dell'innovazione e l'imprenditorialità.
La combinazione di queste categorie, ognuna con un ruolo specifico, è ciò che rende vitale l'ecosistema dell'Open Innovation. La diversità di prospettive e l'integrazione di competenze aumentano le possibilità di creare innovazioni dirompenti e di trasformarle in nuova imprenditorialità.
I vantaggi di un approccio Open
L'approccio offre diversi benefici strategici alle organizzazioni che decidono di implementarlo. Aprendo i processi di innovazione a fonti esterne, l'azienda può accedere ad un bacino di idee, tecnologie e competenze molto più ampio e diversificato rispetto a quello che avrebbe solo facendo affidamento sulle proprie risorse interne, spesso limitate:
- Conoscenza: L'azienda può attingere dall'esterno conoscenze complementari alle proprie, sfruttando il know-how di start-up, centri di ricerca, università, fornitori, clienti e altri attori, ampliando notevolmente le opportunità di innovazione.
- Efficienza: Collaborando con questi soggetti esterni, l'azienda può ridurre i costi collegati alle attività di ricerca e sviluppo. Integrando idee e tecnologie già esistenti sviluppate all'esterno, anziché doverle creare internamente da zero, i tempi dell'innovazione possono essere accelerati in modo significativo. Condividendo risorse complementari i rischi legati all'innovazione sono ripartiti tra più partner.
- Opportunità: Aprirsi favorisce la creazione di nuove collaborazioni e partnership strategiche che possono aprire nuovi mercati e opportunità di business e lavorando con start-up, università e centri di ricerca all'avanguardia, l'azienda può avere accesso privilegiato a tecnologie emergenti e nuove tendenze su cui posizionarsi rapidamente.
Le sfide e le criticità
L'implementazione efficace di un modello di Open Innovation all'interno di un'azienda richiede di considerare attentamente e gestire in modo strategico alcuni aspetti fondamentali, sfide e ostacoli su cui fare molta attenzione:
- Gestione della proprietà intellettuale: In ogni progetto che coinvolge la collaborazione con partner esterni, è assolutamente essenziale stabilire politiche e procedimenti chiari, supportati da contratti legali accuratamente predisposti. Questo serve non solo per proteggere i diritti di proprietà intellettuale dell'azienda ma anche per garantire che tutti i partner e gli stakeholder coinvolti siano tutelati.
- Ripartizione degli utili: Uno dei punti più delicati è come dividere equamente i profitti generati da un progetto di innovazione congiunta. Il processo di determinare in anticipo le percentuali e le modalità di divisione dei guadagni, come le royalty, può essere molto complesso e richiede accordi ben articolati. In questo contesto, è importante che tali accordi siano estremamente precisi e dettagliati nel delineare come verranno distribuiti i vari tipi di reddito e guadagni.
- Integrazione di idee esterne: L'azienda deve essere in grado di valutare e, successivamente, incorporare in modo efficace e costruttivo idee, proposte e contributi provenienti da fonti esterne. Tutte le idee e contributi devono essere attentamente esaminati, selezionati e poi integrati in maniera intelligente nei progetti di sviluppo dell'azienda.
- Resistenze culturali e organizzative: Affrontare e superare eventuali resistenze culturali interne o divisioni organizzative che possono ostacolare una collaborazione aperta e multidisciplinare. È quindi importante promuovere una cultura aperta all'innovazione e alla condivisione e un ambiente che favorisce la collaborazione e l'accettazione di idee esterne.
- Rischio di disincentivazione dell'innovazione interna: L'apertura all'innovazione esterna può, paradossalmente, ridurre la motivazione dell'azienda di sviluppare innovazioni all'interno.
La misurazione delle performance
L'implementazione di iniziative di Open Innovation richiede un'attenta misurazione e valutazione attraverso approcci sia quantitativi che qualitativi.
Bisogna stabilire gli indicatori chiave di performance per monitorare l'efficacia e i risultati delle strategie di Open Innovation, in modo da rispecchiare le esigenze e gli obiettivi specifici dell'azienda, ad esempio:
- Numero totale di idee: Può includere non solo idee provenienti da partner commerciali o accademici, ma anche contributi da comunità online, forum di esperti o altre piattaforme collaborative.
- Numero di iniziative di co-innovazione: Può fornire un'indicazione preziosa sull'efficacia delle partnership strategiche e la capacità dell'azienda di coinvolgere efficacemente gli stakeholder esterni nel processo innovativo.
- Riduzione dei tempi di realizzazione: Questo può riflettere non solo l'efficienza operativa ma anche la velocità con cui l'azienda è in grado di adattarsi e rispondere alle esigenze in continua evoluzione del mercato.
- Diminuzione dei costi di ricerca e sviluppo: Ridurre i costi senza sacrificare la qualità o l'efficacia delle innovazioni è un obiettivo chiave per qualsiasi strategia di successo.
- Numero di brevetti: Indicatore della propensione all'innovazione e della capacità di proteggere le invenzioni sviluppate. In un contesto competitivo, la protezione della proprietà intellettuale è fondamentale.
- Ricavi generati e ROI: Può essere particolarmente utile per valutare l'efficacia nel tradurre le idee e gli sforzi in risultati finanziari concreti.
Oltre a questi quantitativi è utile raccogliere informazioni qualitative come feedback e valutazioni da parte degli stakeholder esterni coinvolti, attraverso survey, interviste e altri strumenti. Ciò permette di comprendere la loro prospettiva riguardo l'efficacia e l'impatto delle iniziative.
Alcuni esempi pratici
Diverse aziende di successo hanno adottato modelli di Open Innovation da cui si possono trarre utili insegnamenti ed esempi da seguire:
- Procter & Gamble: A partire dagli anni 2000 ha aperto i propri processi di innovazione, creando un network con start-up, PMI, fornitori, centri di ricerca e anche singoli inventori esterni.
- Attraverso questo ecosistema di innovazione aperta, P&G è riuscita a sviluppare nuovi prodotti di successo riducendo i tempi di sviluppo del 60%. https://us.pg.com/innovation/
- Lego: Ha creato la piattaforma Lego Ideas per raccogliere idee e concept per nuovi set direttamente dagli appassionati e fan del marchio.
- Questo meccanismo di crowdsourcing ha portato al lancio di diversi prodotti di grande successo generati dagli utenti della community. https://ideas.lego.com/
- Poste Italiane: Ha lanciato il loro percorso di innovazione per rimanere al passo con l'evoluzione del mercato attraverso la diffusione della conoscenza, la selezione di partner per migliorare prodotti e servizi, e l'indirizzamento di iniziative per aumentare la redditività e la sostenibilità a lungo termine.
- Al 1° aprile 2022 il team di Poste ha qualificato 311 startup, valutato 255 progetti e avviato 26 partnership. https://www.posteitaliane.it/it/open-innovation.html
- ENEL: L'iniziativa Open Innovability mira a sfruttare l'innovazione e la sostenibilità attraverso un ecosistema globale. Hanno anche 10 hub di innovazione a livello globale per lavorare con ecosistemi locali per promuovere l'innovazione aperta e la sostenibilità.
- Fino ad ora, hanno valutato più di 28.000 opportunità, stabilito oltre 800 collaborazioni, di cui più di 590 con startup e avviato più di 300 scale-up attraverso oltre 1.300 progetti attivati. https://openinnovability.enel.com/
- Terna: L'iniziativa di innovazione si focalizza su sviluppo di soluzioni concrete, collaborazione esterna, inclusività e diffusione dell'innovazione. Hanno anche creato 2 Innovation Factory e 1 Innovation Lab per promuovere l'innovazione trasversale e gestire tecnologie emergenti, coordinati da 8 Community Manager distribuiti in Italia.
- Alcuni risultati includono oltre 60 progetti di innovazione, 16 brevetti ottenuti, contatti con oltre 500 startup, e più di 200 idee dal programma "Terna Ideas". https://www.terna.it/en/about-us/innovation-plan
Altre multinazionali come Unilever, Samsung, Fiat, L'Oréal e tante altre hanno implementato programmi per collaborare con startupper, designer, università, centri di ricerca e utenti/consumatori, al fine di ampliare le fonti di innovazione e rimanere competitive sul mercato.
Possibili evoluzioni
È interessante riflettere su come questo approccio possa evolvere ed espandersi ulteriormente in futuro. Una possibile evoluzione è quella verso modelli di Open Innovation ancora più estesi e sistemici, che vedano la collaborazione tra un ecosistema vasto e diversificato di attori per l'innovazione:
- Social Open innovation: Non solo grandi aziende che interagiscono con start-up e università ma anche enti locali, organizzazioni terzo settore, comunità locali e i cittadini stessi, uniti per affrontare le sfide comuni e sociali in modo innovativo.
- Public Open Innovation: Un'altra tendenza potrebbe essere la diffusione dell'Open Innovation anche in contesti attualmente meno dinamici da questo punto di vista, come la pubblica amministrazione centrale o enti centrali di diritto pubblico che potrebbero trarre grande beneficio dall'apertura a idee e contributi esterni.
- Citizen Open Innovation: Inoltre, con la crescente digitalizzazione, l'Open Innovation potrebbe far sempre maggior leva su piattaforme online, community virtuali e strumenti di crowdsourcing per ampliare ulteriormente la platea di innovatori coinvolti democratizzando al massimo la condivisione e la generazione di idee innovative in vari settori civili.
Sicuramente l'innovazione aperta e collaborativa è destinata a ricoprire un ruolo sempre più cruciale per generare innovazioni dirompenti e promuovere la crescita.
Conclusioni e Riflessioni Finali
L'Open Innovation è un approccio che incoraggia le aziende ad aprire i propri processi di innovazione collaborando in modo aperto con un ecosistema formato da diversi attori che apportano risorse e competenze complementari: grandi aziende, startup, incubatori, università, investitori, facilitatori, community online, istituzioni con l'obiettivo di ampliare le fonti di idee e competenze per migliorare e accelerare l'innovazione interna, ridurre i di tempi e costi, condividere i rischi e aprire a nuove collaborazioni strategiche.
Gestire la proprietà intellettuale, decidere come dividere gli utili, la capacità di integrazione e le resistenze interne sono le principali criticità da indirizzare per ottenere valore misurabile tramite indicatori quantitativi (idee, partnership, brevetti, costi e ricavi) e qualitativi (feedback dagli stakeholder).
Diverse aziende di successo hanno già implementato programmi di Open Innovation efficaci (P&G, LEGO, Poste Italiane, Enel e Terna) e l'approccio è pronto per evoluzioni future sono verso modelli sempre più aperti e sistemici, con maggiore coinvolgimento di comunità locali, cittadini e settore pubblico.
L'Open Innovation è un paradigma in evoluzione, può facilitare i risultati e generare nuove opportunità, contribuire alla crescita del sistema e al successo della singola azienda, se indirizzato, governato e gestito in modo strutturato, aperto e inclusivo.
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