Internet of Robotic Things (IoRT): il futuro connesso della robotica
L’IoRT non è un semplice upgrade tecnologico: è una rivoluzione concettuale, un nuovo paradigma in cui la robotica, l’Internet of Things (IoT) e l’intelligenza artificiale distribuita si fondono in un ecosistema capace di percepire, decidere e agire in tempo reale.

All’alba, una metropoli respira vita in silenzio. Non c’è traffico caotico né clacson: le strade sono percorse da veicoli autonomi che si scambiano segnali invisibili, evitando ogni ostacolo.
Nei cieli, droni di consegna trasportano medicinali urgenti, mentre robot-guardiani pattugliano parchi e piazze, dialogando tra loro come se fossero vecchi amici.
Non è fantascienza, ma uno sguardo su un futuro prossimo, reso possibile dall’Internet of Robotic Things (IoRT), il sistema digitale che collega e coordina macchine intelligenti in ogni parte del mondo.

Dall’officina isolata alla rete globale di macchine
Negli anni ’60, i primi robot industriali fecero il loro debutto nelle catene di montaggio: enormi macchine capaci di saldare, assemblare e ripetere movimenti con una precisione quasi ipnotica. Tuttavia, erano entità isolate, intrappolate in cicli prestabiliti senza alcuna possibilità di interazione con altri sistemi.
Con l’arrivo di Internet negli anni ’90, si cominci a immaginare un’industria interconnessa; nei primi anni 2000, l’Internet of Things (IoT) rese quella visione concreta, collegando sensori e dispositivi di ogni tipo per scambiarsi dati e automatizzare processi.
Il passo successivo era ovvio: dotare anche i robot della capacità di comunicare, apprendere e collaborare.

Anatomia di un ecosistema IoRT
Un sistema IoRT è come un organismo, in cui ogni parte svolge una funzione specifica, ma lavora in armonia con le altre. Al posto di organi e tessuti troviamo sensori intelligenti, unità di elaborazione distribuite e reti di comunicazione ad alte prestazioni.
Sensori da “supereroe”
Un robot IoRT non si limita solo a vedere come noi, ma lo fa in alta definizione. Utilizza il proprio hardware per percepire il contesto con una sensibilità decisamente superiore a quella degli esseri viventi.
Le telecamere catturano immagini a colori nitide, le termocamere rilevano variazioni di temperatura invisibili all’occhio umano e i LiDAR proiettano fasci laser per mappare in 3D anche al buio. I sensori tattili percepiscono pressione e texture con estrema precisione, mentre i microfoni direzionali isolano suoni specifici in ambienti rumorosi. Tutti questi dati vengono integrati grazie alla sensor fusion, creando una percezione dettagliata e unificata dell’ambiente, simile a un “senso” artificiale.
Cervello in loco: l’edge computing
Invece di inviare tutti i dati al cloud, rischiando ritardi e vulnerabilità, i robot IoRT elaborano le informazioni localmente. Questo comporta: decisioni immediate, cruciali per la chirurgia robotica o i veicoli autonomi; maggiore privacy, mantenendo i dati sensibili sul posto; utilizzo efficiente della rete, con trasmissione di sole informazioni già processate.
Reti veloci e azioni collettive
Reti veloci e comunicazione rappresentano il “sangue” di questo organismo, costituito da connessioni a bassissima latenza.
Tecnologie come 5G e 6G offrono tempi di risposta inferiori al millisecondo, mentre le reti mesh assicurano comunicazioni ridondanti e resistenti ai guasti. Protocolli ottimizzati, come MQTT e IEEE 3205, garantiscono trasmissioni rapide e leggere. Grazie a queste connessioni, flotte di robot possono agire come stormi o sciami, coordinandosi in tempo reale.

Il cuore pulsante: intelligenza artificiale
Se i sensori rappresentano i “sensi” dell’IoRT e la rete è il “sistema circolatorio”, l’intelligenza artificiale è il cervello che converte i dati in azioni. In un ecosistema IoRT, i robot non si limitano a eseguire istruzioni predefinite: analizzano, apprendono, prevedono e prendono decisioni.
Inoltre, tramite il federated learning diverse macchine possono addestrare modelli di IA localmente sui propri dati, condividendo solo gli aggiornamenti dell’algoritmo e non le informazioni sensibili raccolte. In pratica, un robot agricolo in Toscana può imparare a identificare una nuova malattia delle piante e “insegnare” la stessa abilità a robot simili in Australia, senza mai inviare una sola immagine originale.
Il risultato è un apprendimento collaborativo globale, rapido e sicuro, in cui ogni nodo della rete contribuisce all'intelligenza del singolo per il miglioramento collettivo del sistema.

Applicazioni reali: l’IoRT in azione oggi
L’Internet of Robotic Things non è più un concetto teorico relegato ai laboratori di ricerca: sta già trasformando processi e servizi in contesti molto diversi tra loro, dalla fabbrica al campo agricolo, dall’ospedale alla città.
Industria e smart factory
In una fabbrica IoRT moderna, le macchine non si limitano a seguire ordini, ma comunicano e si auto-organizzano.
Se un robot di saldatura rileva un difetto, lo segnala immediatamente alla catena di montaggio, che rallenta o si riconfigura. I sistemi di manutenzione predittiva monitorano vibrazioni e consumi per evitare guasti prima che si verifichino. Tutti i reparti condividono i dati con un “cervello centrale” che ottimizza produzione e logistica interna.
Logistica e supply chain
Nei magazzini automatizzati, flotte di veicoli IoRT si muovono come formiche digitali: pianificano i percorsi in base alla densità del traffico interno, segnalano ostacoli o pericoli agli altri veicoli e aggiornano le priorità di consegna non appena arriva un ordine urgente.
Il più grande magazzino IoRT al mondo, in Cina, può movimentare oltre 200.000 pacchi al giorno grazie a più di 500 robot coordinati da una rete a bassa latenza.
Città intelligenti
Nelle smart cities, l’IoRT si integra nell’infrastruttura urbana:
- Droni ambientali monitorano la qualità dell’aria e tracciano l’inquinamento acustico.
- Robot urbani offrono informazioni ai cittadini o supporto ai turisti.
- In situazioni di emergenza, sensori e robot lavorano insieme per guidare i soccorsi con precisione.
Singapore sta sperimentando robot di pattuglia autonomi capaci di rilevare comportamenti rischiosi o situazioni di pericolo e di allertare immediatamente le autorità.
Sanità e assistenza
In un ospedale IoRT, i robot di consegna trasportano medicinali e strumenti sterilizzati direttamente nelle stanze. I sistemi di telemedicina si spostano autonomamente tra i reparti, collegando medici e pazienti remoti. I sensori indossabili dei pazienti inviano dati vitali in tempo reale ai robot-infermieri, che possono intervenire prontamente.
Alcuni ospedali statunitensi usano robot IoRT che, durante la pandemia, hanno effettuato giri di reparto per ridurre il contatto diretto tra pazienti e personale, proteggendo medici e infermieri.
Agricoltura di precisione
In campagna, l’IoRT coordina droni e robot agricoli: i droni mappano le colture e individuano le aree con stress idrico o malattie, mentre i robot per la semina e l’irrigazione intervengono con precisione dove necessario, ottimizzando l’uso di acqua e fertilizzanti.

Benefici strategici dell’IoRT
Adottare l’Internet of Robotic Things rappresenta un vero e proprio moltiplicatore di valore, capace di influire su efficienza, costi, sostenibilità e competitività a lungo termine.
- Efficienza operativa: la comunicazione immediata tra macchine minimizza i tempi morti. Una catena di montaggio può adattarsi autonomamente a variazioni d’ordine, mentre i magazzini ottimizzano in tempo reale i percorsi dei robot, riducendo al massimo sprechi di tempo ed energia.
- Scalabilità senza compromessi: L'IoRT consente di aggiungere robot o sensori senza dover ricostruire l'intera infrastruttura. La rete integra i nuovi nodi, rendendoli parte delle strategie operative collettive.
- Resilienza di sistema: Se un nodo della rete subisce un guasto, gli altri sono in grado di ricalcolare i piani e compensare la mancanza, garantendo la continuità delle operazioni. Questo aspetto è importante in contesti critici come ospedali, centrali energetiche o missioni di soccorso.
- Nuovi modelli di business: Con approcci come il Robotics-as-a-Service, le aziende possono “affittare” capacità robotiche, pagando solo per l’effettivo utilizzo. La manutenzione basata su abbonamento aiuta a ridurre i costi di inattività e a prolungare la durata delle apparecchiature.

Le sfide e le zone d’ombra dell’IoRT
Dietro la promessa di un mondo iper‑connesso di macchine intelligenti, si nasconde un terreno complesso fatto di rischi tecnici, ostacoli normativi e dilemmi etici. Affrontare queste sfide è essenziale per evitare che l’IoRT diventi una tecnologia fragile o potenzialmente dannosa.
- Sicurezza informatica e fisica: Un’intrusione potrebbe mettere a rischio non solo i dati, ma anche la sicurezza fisica delle persone. Autenticazioni solide, crittografia end-to-end e segmentazione delle reti sono indispensabili. È necessaria una gestione costante delle vulnerabilità con aggiornamenti automatici e controlli di sicurezza regolari.
- Standardizzazione tecnica L'IoRT si basa sull'interoperabilità: se ogni produttore adotta protocolli proprietari, la rete rischia di frammentarsi. Sono necessari standard condivisi per comunicazione, formati dati e sicurezza. Organizzazioni internazionali stanno sviluppando framework che consentano ai robot di marche diverse di "parlare la stessa lingua digitale".
- Divario di competenze: Per creare e gestire sistemi IoRT servono ingegneri, informatici, esperti di AI e specialisti di sicurezza: un mix di competenze non semplice da reperire. Investire nella formazione interdisciplinare è fondamentale. Università e aziende stanno sviluppando corsi specifici per formare “architetti di ecosistemi IoRT”.
- Questioni etiche e sociali: Un mondo popolato da robot connessi quali professioni verranno eliminate e quali nuove opportunità emergeranno? Qual è il limite accettabile per il monitoraggio di persone e ambienti? Chi sarà ritenuto responsabile se un robot provoca un incidente?

Frontiere emergenti dell’IoRT
Se oggi vediamo robot collaborare in fabbriche, magazzini e città, le prossime ondate tecnologiche promettono integrazione e intelligenza ancora più profonde. Alcune di queste frontiere sono già in fase di prototipo, altre sono al centro di progetti pilota in settori chiave.
Swarm robotics
Ispirata al comportamento collettivo di formiche, api e uccelli migratori, la swarm robotics mira a coordinare decine, centinaia o migliaia di robot come un unico organismo.
Ogni robot segue regole semplici, ma la somma delle interazioni genera comportamenti complessi. Utilizzata per missioni di esplorazione spaziale, monitoraggio ambientale o ricerca e soccorso in scenari pericolosi.
DePIN (Decentralized Physical Infrastructure Networks)
Le reti fisiche decentralizzate sfruttano la distribuzione geografica di robot e sensori per condividere risorse di calcolo, archiviazione e connettività. Evitano così il collo di bottiglia delle infrastrutture centralizzate e possono essere alimentate da modelli economici basati su token o crediti di utilizzo.

Scenari futuri dell’IoRT
Proietta il film in avanti di un paio di decenni: la città che oggi ti sembra sperimentale diventa lo standard.
Le strade sono percorse da veicoli che comunicano tra loro e con i semafori, eliminando quasi del tutto incidenti e code. I droni agricoli controllano la crescita delle colture metro per metro, ottimizzando resa e risorse idriche. In ospedale, robot e medici operano fianco a fianco in sale chirurgiche ibride, mentre in casa assistenti autonomi monitorano la salute degli abitanti e si collegano, quando serve, con strutture sanitarie a chilometri di distanza.
L’IoRT ha il potenziale per trasformare l’economia globale: una logistica iper-reattiva potrebbe eliminare gli sprechi alimentari e azzerare i ritardi di consegna; un’industria on-demand sarebbe in grado di avviare produzioni personalizzate in poche ore; e l’energia verrebbe ottimizzata grazie a reti intelligenti capaci di bilanciare consumi e fonti rinnovabili in tempo reale.
Gli scenari più futuristici immaginano città-servizio integrate, dove i robot non saranno più “ospiti” delle nostre città, ma parte integrante dell'infrastruttura.
Per approfondire:



https://health.usnews.com/hospital-heroes/articles/robots-assist-covid-19-doctors