Combattere la misoginia digitale, ora!
Garantire che lo spazio pubblico digitale sia un luogo sicuro e di emancipazione per tutti.
Sia le donne che gli uomini possono essere vittime di violenza digitale. Tuttavia, le prove dimostrano che le donne sono più esposte (1, 2):
Il 13 % delle donne
ha subito molestie informatiche durante gli ultimi 5 anni (questo numero diventa il 20 % per il segmento delle giovani donne di età compresa tra 18 e 29 anni e membri del LGBTIQ+ e persone con disabilità)
9 Milioni di ragazze nell’UE
hanno subito una forma di violenza prima dei 15 anni ed 1 adolescente europea su 4 subisce cyberbullismo.
27 volte più probabilità
di essere molestate online rispetto ad un uomo a livello globale
Il 73% delle donne
hanno ricevuto avances inappropriate da sconosciuti online
La violenza virtuale comprende una vastità di tipologie, molte delle quali rivolte quasi esclusivamente alle donne:
- Flashing: Invio non richiesto di immagini esplicite
- Deepfake: Manipolazione di video per esporre la vittima
- Hacking e Doxing: Furto di materiale privato e condivisione di informazioni specifiche pubbliche o private
- Revenge Porn e Sextortion: Condivisione di materiale privato per vendetta o utilizzo del materiale digitale come strumento di ricatto
- Shaming: Attacco diretto verso l’aspetto o la disponibilità percepita
- Mob attacks: Azioni mirate di gruppi numerosi verso spazi digitali personali
- ecc ecc
Assenza di interruzione di continuità
Esiste un continuum fisico-digitale dove la minaccia passa, in modo bidirezionale, attraverso i due monti. Le statistiche ci mostrano che 1:
- Il 77% delle donne che hanno subito molestie digitali hanno anche subito almeno una forma di violenza fisica perpetrata da un conoscente
- Il 41% delle donne che hanno subito molestie digitali ritiene che la loro sicurezza fisica sia minacciata
Bisogna agire in modo integrato con un approccio in grado di tutelare lo spazio fisico e digitale e combattere la violenza sotto ogni forma.
Il ruolo della tecnologia
La tecnologia evolve velocemente, i principali strumenti di violenza utilizzati (social, messenger ecc) sono diventati di massa prima che le istituzioni mettessero in campo misure adatte per intercettare l’uso improprio. Con nuovi strumenti nuove modalità e nuove tipologia di violenza potrebbero arrivare (es. Metaverso).
Inoltre, alcuni strumenti, oramai presenti nella nostra vita quotidiana, possono essere facilmente utilizzati per molestare, sorvegliare o controllare (IoT, Telecamere, Fitness Tracker, Software Spyware e Stalkerware) soprattutto se si ha la fiducia della vittima.
Infine, c’è il problema dei problemi, l’industria Tech è composta e condotta da uomini 3:
9 programmatori su 100
sono donne
30 lavoratori nell’industria ICT su 100
sono donne e diventano 20 per le figure manageriali ICT
19%
Le donne imprenditrici nel settore ICT, altri settori è 54%
L’ambiente ostile nei confronti delle donne degli spazi digitali ha generato una sfiducia in grado di generare spesso l’abbandono degli spazi digitali da parte delle donne, questo sta contribuendo ulteriormente a peggiorare il divario di genere, le questioni di uguaglianza (come la segregazione di genere STEM/ICT) ed il divario retributivo.
Cosa è stato fatto
La legge 71 del 29 maggio 2017 indirizza la prevenzione e il contrasto del cyber bullismo e la legge 69 del 19 luglio 2019 comunemente conosciuta come Codice Rosso introduce il reato di diffusione di materiale senza il consenso delle persone rappresentate ed estende la pena anche a chi li diffonde, se condivido la foto con altre persone, commetto un reato.
Sono alcuni interventi normativi spesso prodotti sulla per reazione nei confronti dell’opinione pubblica in risposta di eventi tragici.
Altri interventi di Repubblica Digitale sono stati fatti ed alcune realtà come Chi Odia Paga prova a dare stumenti di difesa legali.
Cosa è possibile fare
Bisogna agire sulla sensibilizzazione delle nuove generazioni e l’utilizzo dei momenti di formazione (scolastica ed parentale) per rendere il fenomeno socialmente inaccettabile.
Bisogna agire sul quadro normativa ed armonizzarlo al fine di rendere i reati pienamente e penalmente perseguibili e proteggere immediatamente le vittime con tutti gli strumenti tecnici e di salvaguardia.
Bisogna commissionare nuovi studi, completi e ricorrenti, in grado di analizzare il fenomeno al fine di per poter misurare nel tempo la situazione e l’efficacia delle misure.
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